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giovedì, gennaio 18, 2007

Seconda puntata

Ben presto Birimbù si rese conto che un grande impedimento lo separava da Sgnuttazor, le rotaie finivano al confine, naturalmente i ferroni avevano rapporti fuori dal loro mondo, ma i trasporti venivano effettuati tramite carri millepiedi, i carri millepiedi erano molto costosi, si trattava di botti circondate da piedi di metallo che camminavano nella direzione indicata dal pilota.

Birimbù si staccò dalle rotaie e cominciò a spostarsi sul nudo terreno, all'inizio con notevoli difficoltà, finchè non mise delle scarpe di gomma ferroniane, quello riuscirono ad agevolargli l'andatura, avanzava piano, ma avanzava! E questo per Birimbù era sufficente, non aveva nessuna fretta.

Passò la notte in una piccola tana di puruzzoli, piccoli orsi grandi come bambini che ridevano e raccontavano storie buffe tutto il tempo, l'unica forma di comunicazione dei puruzzoli erano le barzellette e quindi Birimbù passò una piacevole serata, a metà nottata iniziò a piovere, gocce grandi come bicchieri d'acqua!

Al risveglio Birimbù si trovò di fronte ad un triste spettacolo, tutte le pianure della terra di confine erano strapiene di fango e sabbie mobili, povero Birimbò si sarebbe dovuto fermare lì finchè non fosse arrivata la primavera visto che con le sue ruote rischiava di rimanere impantanato ad ogni passo!

"Magari il destino vuole che mi fermi" pensò lui, si poteva dir tutto ma certo nessuno avrebbe mai potuto dire che Birimbù era un pessimista!

Chiese ai puruzzoli ospitalità e si offrì di aiutarli a raccogliere melecandite dagl'alberi di dolcefrutta che crescevano nella regione, i puruzzoli subito iniziarono a raccontare barzellette gioiose, segno evidente del loro benestare.

continua

2 commenti:

Puich ha detto...

Una domanda: era proprio necessario chiamarlo Birimbù? da un po' ai nervi...

un'altra domanda: è ispirato a fatti veramente accaduti??

il cugino..... ha detto...

prima domanda: mica può farci niente poro birimbù (parla quella che si chiama puich, tsè!)

seconda domanda: naturalmente